Proteggere la mente e l’umore: Consigli per sopravvivere al Coronavirus

Proteggere la mente e l’umore: Consigli per sopravvivere al Coronavirus

Mar, 05/26/2020 - 18:18
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alcuni minimi accorgimenti possono portare a miglioramenti significativi.

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Prosegue nel blog la miniserie dedicata al mondo post-coronavirus: che tipo di società sarà quella che emerge dalle macerie della pandemia? Abbiamo cercato di immaginare, anche con il contributo di professionisti ed esperti dei diversi settori di attività, quali cambiamenti strutturali comporterà lo tsunami del virus, che conseguenze dovremo affrontare e come ne verrà modificata la nostra vita.

Abbiamo iniziato parlando delle determinanti e degli effetti demografici, poi abbiamo visto cosa c’è da aspettarsi in ambito economico e finanziario, in quello immobiliare e delle costruzioni e nella comunicazione.

Oggi ospitiamo il contributo di un illustre psichiatra, di grande esperienza e di riconosciuta autorevolezza in ambiente medico e accademico, ma soprattutto di particolare sensibilità e capacità di lettura dei fenomeni personali e sociali. Fagiolini, di scuola pisana pur essendo livornese, ma di formazione americana, non nasconde la gravità e le insidie che lo tsunami Corona virus ha comportato e comporterà per la salute mentale e l’equlibrio psicologico ed emotivo. Dovremo imparare a gestire maggiori livelli di stress (come se fossero pochi quelli a cui già da prima eravamo sottoposti), acquisire abitudini di vita “virus complying”, imparare nuove modalità per mantenere e rafforzare i rapporti sociali. Non che sia facile, soprattutto se a questo si sovrappongono i problemi materiali che amplificano lo stress, ma possiamo farcela.

 

Buona lettura, dunque.

 


 

 

L’epidemia di coronavirus ha comportato un generale aumento di stress, a causa della  preoccupazione per la propria salute e per la salute dei propri cari.

In molte persone, sono comparsi peggioramenti del sonno, delle funzioni cognitive e delle malattie già in corso, a volte associate a un aumento dell’uso di alcol, tabacco o altre droghe. Alle iniziali preoccupazioni per i rischi connessi all’infezione, si è poi aggiunto lo stress per le conseguenze economiche e lavorative, nonché  per il cambiamento delle abitudini e condizioni di vita.

In questa situazione, la preoccupazione è una reazione normale, sana, e spesso utile. La preoccupazione, infatti,  aiuta a tenere alto il livello di attenzione, a tenersi informati, a proteggerci meglio, a farci pensare e trovare soluzioni o adattamenti.  In molti, tuttavia,  la preoccupazione è diventata eccessivamente intensa, e dunque controproducente, dannosa, fino a generare condizioni spiacevoli e dolorose come l’ansia.

Molte persone hanno  sviluppato ansia psicologica  e/o  ‘ansia fisica’, ovvero una forma di ansia che si presenta soprattutto con sintomi fisici come bruciori di stomaco, diarrea o altri disturbi gastrointestinali, aumento dei battiti del cuore, sudorazione, essiccamento e bruciore degli occhi, tensione muscolare, senso di costrizione alla gola, giramenti di testa, aumento della pressione, cefalea o aumento dell’intensità e frequenza di altre sindromi dolorose già esistenti. Assai spesso, si sono associati anche sintomi come insonnia, difficoltà di concentrazione,  inquietudine,  irritabilità,  difficoltà di organizzazione e di motivazione.

L’insonnia è una condizione che può presentarsi come difficoltà ad addormentarsi, risvegli a metà della notte o risvegli al mattino molto presto. Contrariamente a quanto si pensa comunemente, l’insonnia non è un problema limitato esclusivamente alla notte. In molti, infatti, l’insonnia è il risultato di quanto accaduto il giorno prima e di quanto una persona si aspetta per il giorno seguente. Nei soggetti con insonnia,  il sonno è difficile e leggero, con grandi difficoltà a addormentarsi o riaddormentarsi.  E,  purtroppo,  in periodo COVID, queste condizioni aumentano il malessere e l’ ansia esperita il giorno successivo, creando così un circolo vizioso. La mancanza di riposo, contribuisce poi a altri problemi, come le difficoltà di concentrazione, di attenzione e di memoria.

Nei casi più gravi, è necessario chiedere aiuto a un professionista. Nei casi più lievi , tuttavia, alcuni minimi accorgimenti possono portare a miglioramenti significativi.  Per esempio, nell’insonnia, i primi rimedi sono quelli di: 1)  limitare l’assunzione di caffeina e alcol (l’alcol aiuta a addormentarsi ma genera un sonno non riposante e- una volta svanito il suo effetto- lascia la persona in condizioni peggiori di prima); 2)  rimuovere le sveglie luminose e qualsiasi fonte di luce in camera; 3)  eliminare telefoni, reti wireless e altri apparecchi che generano onde elettromagnetiche, soprattutto vicino alla testa; 4)   fare un minimo di movimento e esercizio fisico (se non si hanno malattie che lo controindichino), anche in casa, possibilmente non subito prima di andare a dormire; 4)   esporsi alla luce solare, anche se per pochi minuti,  ogni giorno (basta stare un po’ alla finestra), soprattutto al mattino.

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Passiamo ora all’attenzione, motivazione e concentrazione.

Molta della nostra attenzione, in questo periodo,  è attratta dalla minaccia del coronavirus. E quindi consumiamo molte delle nostre energie mentali a leggere e guardare notizie sul virus. Se da una parte è bene informarsi, dall’altra non è utile dedicare tutte le nostre energie al coronavirus, soprattutto quando abbiamo messo in atto tutti i sistemi necessari per proteggersi. in questi giorni è dunque più difficile concentrarsi su altre cose, soprattutto quando sia necessaria una concentrazione sostenuta nel tempo, ad esempio per finire qualche progetto che non sia immediato Una possibile soluzione consiste nel ricominciare a far lavorare le nostre funzioni cognitive cimentandosi in qualche compito facile, magari diviso in tanti subcompiti più piccoli. E’ utile pianificare le nostre attività anche quando non abbiamo orari precisi da rispettare, e quindi programmare delle attività da eseguire in orari specifici, intervallati da pause. Conviene anche cercare di  limitare l’approvvigionamento di notizie a un massimo di 3-4 volte al giorno.

Per quanto riguarda l’irritabilità, le cause sono spesso dovute all’ansia, al cambio di abitudini o alla convivenza troppo stretta con le altre persone. Per migliorare, nei casi che non richiedano un professionista, è utile ritagliarsi un po’ di ‘tempo da soli’.  Basta anche un piccolo spazio, se la casa è piccola, prendendo precisi accordi con i conviventi per essere reciprocamente ‘lasciati in pace’ almeno un paio di ore al giorno, che possono essere usate ad esempio per esercizi di rilassamento (e.g., provare a respirare lentamente e profondamente, muovendo lo stomaco e mantenendo fermo il torace, assicurandosi che l’espirazione sia doppia rispetto all’inalazione, svuotando al massimo i polmoni, etc), per esercizi di meditazione (e.g., provare a immaginare un luogo sicuro e bello, pensando di muovercisi e visitarlo, concentrandosi sulle esperienze di tutti e cinque i sensi, uno per volta: vista, udito, olfatto, gusto e tatto), o per qualche esercizio fisico, che possa servire a diminuire l’energia in eccesso e ‘scaricarsi’.

Infine, è necessario mantenere contatti sociali.  E’ fondamentale per chi vive da solo ma è di enorme  importanza anche per chi vive in famiglia, per avere confronti con persone che non siano quelle con cui si condivide per troppo tempo lo stesso spazio.  Ci sono tanti metodi per comunicare senza aumentare i rischi di infezione,  dal telefono, alle videochiamate, emails, etc.

Nei casi più gravi, è comunque utile consultare uno psicologo o uno psichiatra, per un aiuto professionale volto al miglioramento dell’equilibrio e della qualità di vita, in attesa di tempi migliori.

 

Andrea Fagiolini (*)

 

 


 

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(*) Andrea Fagiolini, 55 anni, laureato all’Università di Pisa,  per 10 anni ha svolto la sua attività professionale a Pittsburgh, negli Stati Uniti, dove ha ricoperto l’incarico di professore associato e direttore medico del “ Bipolar Disorder Center and of the Depression and Maniac Depression Prevention Program”. Attualmente Direttore del reparto di salute mentale al Policlinico Universitario di Siena, ha al suo attivo numerose pubblicazioni scientifiche e partecipazione a congressi in tutto il mondo. E’ sicuramente uno dei più autorevoli psichiatri del nostro paese.

Commenti

Fagiolini mi dicono essere, oltre che un luminare cavallo di razza in materia, rimasto però un autentico livornese verace. Con il quale colleghi e specializzandi lavorano benissimo, e in modo assai professionale ed efficace per una umanità variegata. Aiutando davvero. La semplicità e l' umiltà che appaiono dal soggetto, manifestano intelligenza brillante e fuori dal comune. Personalmente, data la mia natura un po' anarchica e un po' rigettante psicosi di massa, questo Covid ha cambiato ben poco nella mia vita di donna normale e conscia di una vita terrena non eterna. Comunque bei consigli, sereni...