LE OLIMPIADI DEL RISPARMIO
Il faticoso percorso per il successo sportivo non è molto diverso da quello necessario a realizzare gli obiettivi finanziari
Anche se ridimensionate a causa delle rigide normative anti-pandemia (non sempre, in verità, del tutto comprensibili specie se confrontate con quanto concesso in altre manifestazioni, come gli Europei di calcio), le Olimpiadi restano sempre un fantastico spettacolo. Oltre ai gesti atletici, al talento e all’abilità tecnica degli sportivi nelle varie discipline, non può non colpire l’incredibile determinazione e costanza con la quale questi atleti perseguono i loro obiettivi nell’arco dei quattro anni (questa volta cinque) di preparazione.
Una lezione, questa, di grande importanza anche per chi è impegnato – sicuramente con minor sforzo fisico – a gestire il proprio patrimonio. Vedendo le gesta e i risultati conseguiti da nuotatori, schermidori, ciclisti e così via, viene naturale pensare a quanto lavoro e determinazione, a quanta perseveranza e forza di volontà si devono impiegare per raggiungere l’obiettivo di mettere al collo una prestigiosa medaglia.
Prima si definisce un obiettivo – che deve essere ambizioso e importante, ma anche misurabile, razionale e realizzabile – poi si individua una strategia coerente che, attraverso l’allenamento e l’esercizio atletico e tecnico, consenta di migliorare gradualmente le proprie prestazioni nell’arco dei quattro anni in modo da presentarsi all’appuntamento olimpico nelle migliori condizioni.
Lungo la strada, il programma va attentamente monitorato e, se del caso, adattato, soprattutto in relazione a eventi imprevisti quali infortuni, squalifiche, ingresso di nuovi competitors sulla scena o cambiamenti di programma.
Analogamente, quando vogliamo investire in modo razionale il patrimonio, e più ancora quando ci proponiamo di costituire in un certo numero di anni una determinata somma, occorre avere una solida strategia e perseguirla con metodo e decisione, adattando in chiave tattica i nostri comportamenti a seconda dei momenti e monitorando continuamente i risultati e l’andamento del portafoglio. Un intelligente e formativo esempio, a questo proposito, è quanto suggerito da Pietro Di Lorenzo[1] in merito all’obiettivo di costituire un patrimonio di un milione di Euro affinché sua figlia, nata da poco, possa disporne una volta diventata adulta.
Con un piccolo ma costante e duraturo sacrificio consistente nel risparmiare mensilmente una somma coerente con la propria situazione reddituale, attraverso l’impiego del particolare strumento del “piano di accumulo” basato sui mega-trends (le tendenze di fondo dell’economia per gli anni a venire)[2], Di Lorenzo ci mostra come sia possibile riuscire a costituire un patrimonio di notevole consistenza, applicando disciplina finanziaria e costanza, seguendo l’andamento dei propri investimenti e, se del caso, intervenendo con fine tuning durante la vita del progetto.
Il metodo è sempre lo stesso: chiara definizione dell’obiettivo, strategia coerente, individuazione degli strumenti, seguimento e monitoraggio del portafoglio, interventi in chiave tattica se e quando necessario.
Gli ingredienti, sia per il milione che per l’oro olimpico, sono sostanzialmente gli stessi, ed è bene riepilogarli affinché costituiscano il nostro approccio alla gestione del patrimonio.
Il primo passo è sempre la definizione dell’obiettivo: cosa vogliamo realizzare e in quanto tempo. Deve essere un obiettivo misurabile e realizzabile, anche se ambizioso e sfidante. Potrebbe trattarsi, ad esempio, di comprare la casa, oppure di disporre di una pensione integrativa o di una rendita finanziaria, di avere un certo flusso di reddito periodico oppure di rimborsare un debito, e così via.
Il passo successivo è quello dell’asset allocation strategica. Occorre in primo luogo considerare tutto il patrimonio di cui si dispone (attività reali, attività finanziarie, al netto delle passività quali i debiti in corso) e le modalità in cui è impiegato; i flussi di reddito attuali e prospettici; le spese previste sia di tipo corrente che per investimenti. Ma è anche importante avere ben chiara la propria propensione al rischio, il grado di confidenza con la materia finanziaria, la riserva di liquidità ritenuta necessaria. E infine, considerare la possibile evoluzione del contesto economico di riferimento (andamento dei tassi, dell’inflazione, livello di sviluppo atteso, e così via).
Su queste basi si arriva a disegnare il quadro delle tipologie di investimenti, o asset class (le categorie di strumenti finanziari quali azioni, obbligazioni, ecc.), e delle relative percentuali, in cui dovremmo ripartire il nostro patrimonio finanziario. Normalmente si tratta, per ogni classe di investimento, di stabilire una percentuale minima e massima del totale del patrimonio da impiegare in quella classe: ad esempio, se indichiamo “azionario Italia 20-30%” vuol dire che dovremmo tenere investita in azioni del nostro paese una quota compresa fra il 20 e il 30 per cento del totale.
Una volta messe a confronto l’asset allocation attuale effettiva e quella strategica (o tendenziale), è facile calcolare il gap fra le due grandezze, e quindi l’importo complessivo degli acquisti o delle vendite di tale tipologia di strumento da passare sul mercato per allinearsi alla strategia.
La gestione tattica consiste proprio nella fase di adeguamento alla ripartizione tendenziale: quindi nel timing (momento migliore per intervenire), nella scelta dello strumento (singola azione, quota di fondo di investimento, ETF) e nelle operazioni spot, che sono evidentemente non meno importanti per il successo della gestione.
Seguendo in modo proattivo l’andamento del portafoglio, potrebbero così risultare convenienti (nel senso di evitare perdite per crisi impreviste o realizzare extra-profitti se il mercato lo consente), limitati interventi di aggiustamento del portafoglio ed escursioni fra le due soglie (minima e massima) indicate dalla strategia per quella particolare asset class.
Come si vede, un metodo ben diverso, e più complicato, di quello tradizionalmente adottato dal risparmiatore superficiale e meno avveduto: ho da investire 100.000 Euro, cosa posso comprare? Il consulente finanziario corretto e professionale deve sempre porre al centro della sua analisi la persona dell’investitore, e non il suo patrimonio, così come il medico deve concentrarsi sul malato più che sulla malattia.
Solo così, con obiettivi chiari, strategie coerenti e rigorose e gestione tattica attenta, insieme al costante seguimento del portafoglio, potremmo arrivare al podio e conquistare la nostra medaglia d’oro.
[1] Pietro Di Lorenzo, Un milione per mia figlia – Educazione finanziaria per genitori (e non solo), Hoepli, Milano 2021
[2] Sul concetto di mega-trend e mini-trend si veda uno dei nostri primissimi articoli, ancora attuale:
https://www.marcoparlangeli.com/2016/05/17/megatrend-e-minitrend
- Per commentare o rispondere, Accedi o registrati