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Ce lo meritiamo Super Mario? Alzi la mano chi undici mesi fa avrebbe scommesso che la più autorevole rivista di politica ed economia europea (l’Economist) avrebbe incoronato l’Italia come il miglior paese dell’anno che sta per finire, o che la più grande leader continentale degli ultimi trent’anni (Angela Merkel) avrebbe detto che in Italia si sarebbe sentita più sicura. Undici mesi di Dragation hanno rivoltato l’Italia come un calzino. Nonostante un’economia che ancora arranca sulla strada del recupero, conti pubblici disastrosi e debito in crescita inarrestabile, un sindacato che proclama in

Beati i popoli che non hanno bisogno di eroi, scrisse Bertolt Brecht. Tutte le volte che ci si affida al superuomo di turno, succedono disastri. Il deus ex machina era una bellissima invenzione della tragedia greca, ma nella vita reale, e soprattutto nella politica, occorrerebbero piuttosto istituzioni mature, consolidate, ben funzionanti ed equilibrate. Solo così nessuno, per quanto bravo e talentuoso, può risultare insostituibile. Per questo il Nostromo si infastidisce quando si levano peana esagerati all’indirizzo dell’eroe, come è successo la sera di Sant’Ambrogio alla Scala. Intendiamoci

Era già tutto previsto: dopo aver raggiunto le vette di una crescita record, è arrivato sui mercati il tempo della volatilità. Omicron ha fatto da detonatore, o casus belli, a quello che gli esperti chiamano “ritracciamento”, ovvero una brusca caduta dei prezzi. In realtà la colpa è dell’inflazione, altrimenti i titoli da lockdown – quelli che guadagnano quando non ci si può muovere da casa - sarebbero cresciuti. La prospettiva delle restrizioni monetarie e dei tassi in crescita ha innescato le vendite, spinte anche dalla necessità di “fare cassa” dei grandi investitori in vista dei consuntivi

Un po’ come la faccenda della superstizione: non è vero, ma cosa costa evitare un gatto nero o toccare ferro o stringere un corno? Hai visto mai…. Anche Pascal, in fondo, per cose ben più serie, parlò della scommessa: Dio magari non esiste ma, nel caso, comportandosi rettamente non si ha niente da temere. Se poi ci fosse, si cade comunque in piedi. La notizia è di quelle curiose[1]. Il sindacato degli impiegati dipendenti della Banca Centrale Europea (IPSO) ha chiesto che le retribuzioni vengano indicizzate all’inflazione. In pratica vogliono (ma solo per loro) il ripristino dell’odiata scala

In principio era la croce di Vandea, il piglio saccente e bigotto da prima della classe e da più giovane Presidente della Camera della storia. Poi la fase punkabbestia e borchie (e fino a qui, niente da dire). Ma questa storia dell’attivismo commerciale sfrenato, del business border-line, dell’affarismo senza limiti, un po’ sorprende e sinceramente dispiace. All’epoca – lei era poco più che ragazza ma il Nostromo era già un pezzo avanti – il fatto che una giovane donna, perlopiù sconosciuta, fosse arrivata a una tale carica faceva piacere. Una volta tanto non le solite facce grinzose e teste

Anche se giù al nord non ce ne siamo praticamente accorti, è stata questa la settimana dell’estate di San Martino, quella che notoriamente dura tre giorni e un pezzettino. In realtà è parso più il tempo della nebbia agli irti colli, quella che piovigginando sale, e certamente siamo già ai manicotti e guanti. I tre giorni e un pezzettino, metafora per indicare qualcosa che dura poco, come da Natale a Santo Stefano o – per i francofoni – l’espace d’un matin, è quella che si addice all’inflazione secondo la Fed, e anche ad altre banche centrali in merito all’inflazione. Sostiene Jerome Powell, e

La grande zucca di Halloween ci ha portato quest’anno gli indici dei mercati borsistici (USA, Europa e anche la nostra piccola Italia) ai massimi storici e, per gli investitori che hanno ascoltato il Nostromo, questa è senz’altro una bella notizia. Potrebbe però essere l’ultimo canto del cigno, canto che continuerà almeno fino a fine anno ma che è destinato ad annunciare una stagione più complicata. Guardando infatti i numeri in profondità, vediamo che gli indici sono la conseguenza delle strabilianti performance di pochi big (uno fra tutti: Tesla), e che sotto i grandi numeri la situazione è

E’ ormai chiaro che Sergio Mattarella, probabilmente il miglior Presidente della Repubblica che abbiamo avuto, non ripeterà l’umiliante (per il nostro sistema politico) esperienza di stazionare al Quirinale per un altro scampolo di mesi. Ed è altrettanto evidente che spostare Mario Draghi sul Colle più alto sarebbe una iattura per il Belpaese. Proviamo allora a immaginare uno scenario in cui la nostra classe politica riesca a fare la salutare mossa del cavallo che porti finalmente una donna a ricoprire la carica più prestigiosa. La persona ideale sarebbe stata senza dubbio Emma Bonino

Nella settimana che ha visto l’abbandono della scena da parte dell’unica vera leader mondiale del nuovo millennio, vorremmo però rendere onore a un altro personaggio in procinto di uscire dal campo. La notizia da sottolineare è quella del regalo fatto dall’ex Cavaliere, ex Premier, ex Unto del Signore ad Angela Merkel: un portafortuna di antiquariato che il Nostro ha prelevato dalla collezione personale per farne omaggio alla “culona inchiavabile”. Il Nostromo, che in una vita precedente ha incontrato l’ex Presidente, deve confessare di averne ricevuto un’impressione positiva, l’ha trovato

Talvolta viene proprio il sospetto che si faccia come i gamberi. Anziché andare avanti sulla strada del progresso, della modernità e del cambiamento, sembra che ci siano forze oscure che ci fanno precipitare nel passato. Gli assalti alle sedi sindacali, i cortei di protesta, i blocchi di porti e strade, gli scioperi ideologici, al Nostromo sembrano più retaggi di un passato che nessuno rimpiange che icone del ventunesimo secolo. Ma anche il ritorno alla gerontocrazia e la chiusura di opportunità per le donne (senza parlare di fenomeni patologici e criminali quali i femminicidi) sono