ATTERRAGGIO MORBIDO

ATTERRAGGIO MORBIDO

Sab, 04/06/2024 - 12:58
|   
0 commenti

Prima o poi i mercati atterreranno: come sarà l’impatto?

.landing

Si fa sempre più fatica a comprendere come sia cambiato il rapporto fra andamento dell’economia (quelli che una volta si definivano “i fondamentali”) e trend dei mercati finanziari, in particolare di quelli azionari. Logica vorrebbe che quando siamo in presenza di un sistema economico che cresce, produce ricchezza, in cui le imprese fanno profitti e i consumatori spendono fornendo benzina a tutto il circuito, anche le azioni debbano aumentare di prezzo. Sale infatti la prospettiva di fare buoni utili di bilancio per le Società quotate, che daranno luogo a buoni dividendi o comunque ad aumento del loro valore sul mercato, la cosiddetta capitalizzazione di borsa.

E invece non è così, o almeno non è sempre e solo così. In questo momento, ad esempio, i mercati azionari sono molto sensibili all’andamento dei tassi di interesse, nel senso che temono una situazione come quella del 2022 in cui – per contrastare l’inflazione cresciuta troppo e troppo in fretta – le autorità monetarie stringono la cinghia della liquidità (riducendo la quantità di moneta in circolazione attraverso la vendita di titoli pubblici sul mercato) e fanno crescere i tassi.

.altezze

Se questo accade, da un lato gli investitori saranno più propensi a dirottare le proprie risorse sulle obbligazioni (data la crescita dei rendimenti e il calo dei prezzi che le rende più appetibili) e dall’altro le imprese vedranno ridursi le prospettive di reddito perché credito e investimenti saranno più costosi.

Basta allora un annuncio da parte delle autorità monetarie (le banche centrali, in particolare Fed, quella USA, e Bce, quella europea) perché il mercato azionario sbandi e gli investitori si ritraggano, tanto più quando – come ora – vengono da un periodo molto favorevole e vogliano prendersi qualche beneficio prima che i guadagni potenziali spariscano.

Ed è quello che sta succedendo in questi giorni, dove paradossalmente la buona salute dell’economia e l’inflazione che è tornata ad alzare la testa hanno fatto sorgere il timore che le previste riduzioni dei tassi in corso d’anno ritardino o spariscano del tutto. Da un lato, infatti, la riduzione darebbe nuova linfa all’inflazione, e dall’altro le condizioni tutto sommato positive non richiedono l’urgenza di interventi dii sostegno alla produzione e al reddito.

Quindi le cose vanno bene, ma i mercati scendono: l’esatto contrario di quello che logica vorrebbe. Intendiamoci, si tratta di un calo temporaneo e probabilmente destinato ad essere riassorbito al primo segnale in senso opposto. In effetti, sono almeno un paio d’anni che il mercato cresce, in alcuni momenti a ritmo anche molto sostenuto, nonostante tutti i guai che il mondo ha attraversato in questo periodo.

.pandemic

Anche questo è un fenomeno relativamente nuovo e tutto sommato incompreso: abbiamo avuto una pandemia mondiale di dimensioni mai viste prima e, in sequenza, due focolai di guerra in Europa (l’invasione russa in Ucraina) e in Medio Oriente (dopo la strage del 7 ottobre) che stanno seriamente minacciando l’insorgere di un nuovo, questa volta probabilmente ultimativo, conflitto mondiale e i mercati azionari, dopo qualche sbandamento, hanno continuato a crescere ben oltre l’incremento del reddito.

Se prendiamo gli ultimi 5 anni[1], ad esempio, dal 2018 al 2023 (ultimi dati disponibili), il PIL mondiale (ovvero il reddito prodotto in tutto il mondo) è passato da 85.000 miliardi di dollari a 105.000, con un incremento del 23,5%; nello stesso arco temporale la capitalizzazione di borsa mondiale (il valore complessivo di tutte le azioni quotate sui mercati mondiali) è passata da 76.000 miliardi di $ a 110.000, crescendo del 44,7%, e portandosi a un valore superiore a quello dello stesso PIL.

In particolare, l’indice NASDAQ dei titoli tecnologici nei 5 anni è aumentato del 110%, l’indice Standard & Poor 500 (quello delle prime 500 Società industriali USA) dell’84% e perfino il nostro Ftse Mib del 63%.

.accumulazione

Una dinamica davvero difficile da interpretare. In gran parte è dovuta alla liquidità ancora consistente in circolazione – nonostante il progressivo drenaggio portato avanti da molti mesi - che le banche centrali hanno fatto all’epoca affluire nel sistema proprio per combattere gli effetti depressivi della pandemia, salvo poi provocare (o almeno essere concausa) proprio quell’inflazione che ci ha afflitto negli ultimi anni. Ma certo, fino a poco tempo fa bastava molto meno per far crollare in modo catastrofico tutti i mercati (pensiamo all’assalto alle torri gemelle o alla crisi di Lehman Brothers), che impiegavano poi molti anni per riprendersi.

Un atterraggio dei mercati su livelli meno brillanti è in effetti atteso da molti, si tratta di vedere se sarà un atterraggio morbido (soft landing) oppure più repentino (hard landing), e in gran parte questo dipenderà da come evolveranno le variabili economiche, tipo PIL, consumi, inflazione e da come reagiranno le banche centrali. C’è addirittura qualcuno che teorizza il no landing, ovvero l’eventualità che l’atterraggio non ci sia affatto e i mercati continuino a veleggiare sulle alte quote attuali.

.burning plane

L’economia, come si diceva, va ancora piuttosto bene, con reddito e occupazione in crescita (in parte dovuti ai sostanziosi programmi di spesa pubblica che le imminenti elezioni hanno favorito) e l’aumento dell’inflazione non preoccupa più di tanto le banche centrali, per cui sembra proprio che le tre diminuzioni di tassi previste per il 2024 alla fine ci saranno. Almeno a sentire Powell, il Presidente della Fed.

La cosa più probabile è che una recessione – fra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo – effettivamente ci sia, ma non è detto che i mercati azionari la seguiranno. Per il momento non è quindi il caso di abbandonare gli investimenti azionari, anche perché – come abbiamo visto – alla lunga sono quelli che danno maggiori soddisfazioni agli investitori.

 

 

[1] I dati sono riportati dall’editoriale del Direttore Claudio Cerasa nel Foglio del 5/4/2024.