Pillole di Finanza: l'importanza dell'informazione in finanza
In finanza, come in molti altri campi della vita, l’informazione è tutto.
Chi si occupa di investire le proprie risorse o di reperire mezzi finanziari sa bene che molte delle decisioni e dei risultati delle proprie scelte dipendono dalle informazioni di cui dispone, da quelle che vengono diffuse, dalle modalità e dai tempi con cui gli eventi vengono comunicati.
Un’informazione sbagliata, un dato o un evento non comunicato o comunicato male, la diffusione di elementi o notizie false possono pregiudicare il buon esito di un investimento e, talvolta, integrare gli estremi di veri e propri reati.
E allora: al punto di vista del risparmiatore medio, come difendersi dal flusso informativo che rischia di travolgerci? Nessuna notizia è forse meglio di troppe notizie?
No, e vediamo perché.
Investire significa puntare su un’azienda, su un progetto imprenditoriale, su una storia di sviluppo e crescita. Per far questo è bene sapere qual è lo stato di salute dell’azienda, il suo business plan, il suo percorso strategico. Non che ogni investitore debba essere esperto di finanza aziendale o di gestione d’impresa ovviamente, ma è necessario che abbia la percezione, formata e rafforzata da consulenti ed opinionisti in cui ha fiducia, di trovarsi davanti ad una realtà solida, ben strutturata, con buone idee e buone prospettive.
Per questo le autorità di mercato (per l’Italia la Consob) rendono obbligatoria, in modo paritario nei confronti di tutti i destinatari, la diffusione almeno trimestrale dei dati gestionali dei vari titoli (fatturato, costi, reddito prodotto). Non solo ma è obbligatoria la tempestiva e corretta diffusione presso il pubblico di notizie di eventi che possono influenzare il mercato come ad esempio operazioni di fusione allo studio, importanti contratti o cause legali.
Abbiamo visto in precedenti “pillole” come possa incidere sulla quotazione dei titoli delle società coinvolte l’indiscrezione in merito a un probabile merger (fusione) o bid (offerta o scalata).
In alcuni casi accade che notizie false siano diffuse con il preciso intento di indurre gli investitori a comprare una determinata azione, facendone salire il prezzo, o venderla, facendolo crollare. E ciò normalmente da parte di chi, rispettivamente, vuole vendere oppure acquistare quei titoli e trarre quindi un profitto dal comportamento degli investitori indotto dalla notizia falsa. Tale condotta configura il reato di aggiotaggio (art. 2637 c.c.), di cui oggi si sente parlare molto spesso.
In altri casi invece bisogna tener conto del fatto che l’informazione non è libera ed obiettiva ma, in qualche modo, guidata da un interesse non esplicito e tuttavia influente. È il caso della cosiddetta “pubblicità occulta” che la stampa o la televisione possono diffondere attraverso articoli che presentano un’azienda in modo positivo al fine di ottenere da quell’azienda inserzioni o contratti favorevoli. Si tratta certamente di una fattispecie meno grave rispetto all’aggiotaggio perché spesso si realizza mediante meri articoli qualitativi e non di notizie puntuali, con ampio uso di superlativi e foto accattivanti. Quando fra l’oggetto dell’articolo e chi lo pubblica esiste un legame societario diretto o indiretto, chi scrive è obbligato ad esplicitarlo; talvolta questo legame non c’è e tuttavia la rappresentazione che viene data è influenzata da motivi diversi rispetto alla valutazione obiettiva.
Il consiglio è quello di selezionare le informazioni; scegliere le fonti dando credito solo a quelle sicure; cercare conferme in consulenti di fiducia o in altre fonti; preferire le informazioni numeriche, più difficilmente ritoccabili rispetto a quelle qualitative, se non scrivendo dati falsi; non decidere in base ad un solo articolo o ad una sola informazione ma ricercare le medesime notizie anche in fonti diverse.
Un giornale può avere una notizia in esclusiva, ma di solito, se la notizia è davvero importante e fondata, nell’arco di qualche giorno, viene ripresa e rilanciata da altre fonti e dalla stessa azienda al centro dell’attenzione. La Consob infatti, quando escono notizie importanti, chiede sempre conferma alle società. Se anche siamo colpiti da un’informazione o dalla dritta di uno dei tanti bene informati, buona regola è aspettare qualche giorno prima di buttarsi e nel frattempo cercare conferme altrove.
Infine, un ultimo ma fondamentale consiglio: farsi preventivamente un’idea in modo autonomo su paesi, settori, aziende ed individuare un paniere di oggetti eligible e un paniere di oggetti da evitare: il trasferimento di un titolo da un paniere all’altro deve infatti essere sempre ben motivato e ponderato.
E, comunque, diffidare sempre di squilli di tromba e di toni trionfali: meglio perdere un buon affare che trovarsi invischiati in acquisti sbagliati.
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